Il Pozionista Dilettante


Classificata al 5° Posto nel Marauder's story contest 

- Nick  Ranerottola
-Titolo  Il Pozionista Dilettante
-Lettera scelta  C
-Numero scelto  10
-Genere Commedia
-Rating  Verde
-Avvertimenti
Disclaimer e ringraziamenti: personaggi e ambientazioni appartengono a J.K.Rowling, l’immagine è stata creata dalla mia carissima Lunanera75 appositamente per questo racconto, su mie indicazioni. Credo che, non avendo neanche letto la storia, abbia ottenuto un risultato davvero splendido! A lei va il mio grazie di cuore per aver abbellito la mia storia col suo talento: dolce tesora ti adoro! Sei una grande artista! Chi volesse vedere questo e altri dei sui lavori può entrare sul suo blog: http://twilightenonsolo.blogspot.com/
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Il Pozionista Dilettante



Il salotto del primo piano, appena disinfestato e ripulito, profumava lievemente di cedro e di pino il primo per la forsennata pulizia a cui era stato sottoposto dalla signora Weasley, il secondo per le pigne e i rami che scoppiettavano allegramente nel camino.
Harry si era rifugiato lì da circa un quarto d'ora per sfuggire al "tornado Weasley" e alla sua crociata  contro polvere e ragnatele, quando sentì aprirsi piano la porta e scivolò dal divano al tappeto per rendersi meno visibile dalla soglia.
"Harry?" La voce del suo padrino lo riscosse dalle sue fantasticherie e la sua testa spuntò da dietro al divano "Sirius sono qui" rispose sottovoce.
Vedendolo l'uomo sorrise ed entrò nella stanza chiudendosi piano la porta alle spalle "Molly ti cercava per le pulizie" "lo so è per questo che sono qui!" disse il ragazzo sogghignando. Black si lasciò cadere accanto a lui sul tappeto con un sospiro di soddisfazione "aahhh finalmente un po' di pace! Non ne potevo più!"
Rimasero in silenzio per alcuni minuti fissando il fuoco, persi nei loro pensieri finché Harry non interruppe il silenzio "Raccontami di quando andavate a scuola, dei Malandrini." "Cosa vuoi sapere?" domandò il suo padrino "Non so... quello che vuoi" "Vediamo un po'... si questa storia è decisamente adatta a rallegrare un uggioso pomeriggio di fine anno!" cominciò Sirius dopo avere riflettuto per qualche momento.
"Facevamo il quarto anno e stavamo ancora cercando il sistema per aiutare Remus nelle sue notti "storte" come le chiamavamo a volte.
Mentre io e tuo padre studiavamo come matti e ci esercitavamo per cambiare forma, Codaliscia si era messo in testa di risolvere tutto con una pozione."


15 Novembre 1974  
 Eravamo in Biblioteca quando Peter entrò correndo come un matto e finì dritto addosso a Madama Pince facendola quasi finire lunga distesa per terra e guadagnandosi l'ennesima giornata di punizione, oltre a una ramanzina coi fiocchi. James ed io stavamo quasi rotolando giù dalle sedie dal ridere, mentre Remus cercava, come sempre, di continuare a studiare. Quando la bibliotecaria si decise a lasciarlo andare Coda ci raggiunse rosso per l'imbarazzo e ancora ansimante per la corsa "Ragazzi ho trovato!" esclamò guadagnandosi un'altra occhiataccia da madama che lo fece arrossire ancora di più.
"Che hai trovato stavolta?" Gli chiese James ghignando "la soluzione al nostro problema ovviamente" gli rispose Peter con aria molto soddisfatta "ancora con quest' idea della pozione?" domandai io cercando di non ridere, "si! E finalmente ci sono! Ma mi serve il vostro aiuto per trovare gli ingredienti, cercare un posto dove lavorare in pace e cose così" Coda ormai era talmente lanciato nel suo discorso che quasi non prendeva fiato e, ovviamente, non si accorse che noi tre ci guardavamo alzando gli occhi al cielo.
Tuo padre ed io ci annoiavamo perciò decidemmo di dargli spago e gli promettemmo il nostro aiuto a patto che ci spiegasse in cosa aveva deciso di cacciarci.
Era entusiasta e ci spiegò di aver trovato in un vecchio libro che aveva preso a Diagon Alley la ricetta per una pozione complicatissima che gli avrebbe permesso di trasformarsi in un animale.
Le idee di Peter di solito erano balzane e sconclusionate ma quella sembrava promettente perciò noi tre mettemmo via i nostri libri e cominciammo a ragionare su quale fosse il posto migliore per preparare una pozione di nascosto.
Il sotterraneo di Pozioni era escluso ovviamente, dubitavamo che il professor Lumacorno avrebbe approvato, e così anche il dormitorio perciò le nostre possibilità erano molto limitate: La Stamberga Strillante, il bagno dei Prefetti o il passaggio segreto dietro lo specchio del bagno del quarto piano .
Alla fine scegliemmo quest’ ultimo perché al bagno dei Prefetti avevano accesso anche i Serpeverde e nella Stamberga sarebbe stato un problema entrare con la luna piena.
Spedimmo Peter in dormitorio a prendere la lista degli ingredienti mentre noi raccoglievamo le nostre cose e salivamo al quarto piano a controllare che la strada fosse libera.
La biblioteca era deserta a parte noi, gli altri erano tutti fuori o nei dormitori a studiare ed arrivammo al bagno dei maschi senza incontrare nessuno, eccetto un gruppo di ridacchianti ragazzine di seconda che continuarono a voltarsi per seguirci con lo sguardo finché non voltammo un angolo.
Coda ci aspettava già lì con un pezzo di pergamena stropicciata stretto in mano. Aperto il passaggio sgattaiolammo dietro lo specchio e accendemmo le Bacchette per riuscire a leggere quello che aveva scritto Peter.
La stanza dietro lo specchio era abbastanza larga perché la luce non arrivasse quasi alle pareti e il cunicolo che partiva da lì per sbucare vicino a Hogsmeade era completamente immerso nel buio.
Remus fece apparire un grosso calderone al centro della stanza e ci sedemmo lì accanto per leggere gli ingredienti con calma.
Era la pozione più complicata che avessimo mai visto, era difficile il procedimento ma, soprattutto, sarebbe stato problematico trovare tutte le cose necessarie per la preparazione. Era un elenco talmente assurdo che me lo ricordo ancora a memoria:
1 etto di erba fondente
3 capelli di metamorfomago
2 gocce di sangue di drago
20 grammi di mosche crisopa
1/2 uovo di ashwinder
300 grammi di pelle di girilacco
4 foglie di mandragola
2 pizzichi di cenere di fenice
1 penna di jobberknoll
2 spine di knarl
2 peli di lupo mannaro
5 plimpi d'acqua
   
1 cucchiaio di polvere di salamandra

Leggemmo la pergamena sempre più preoccupati, ma anche eccitati per tutte le avventure che avremmo sicuramente vissuto.
O almeno, io e James eravamo eccitatissimi, Remus era preoccupato da tutte le regole che avremmo dovuto infrangere e Peter era palesemente terrorizzato, era sempre più pallido e sudaticcio ma tenne la bocca chiusa visto che l'idea era stata sua.
Alcuni ingredienti non erano così difficili da trovare, almeno per noi, le mosche, l'erba fondente, la pelle di girilacco, e la polvere di Salamandra si trovavano sicuramente nell' ufficio del vecchio Luma, al quale io, James e Remus avevamo accesso regolarmente per le riunioni del "Luma club". Difficile sarebbe stato distrarre tutti abbastanza a lungo da poter avere accesso all'armadio privato del prof.
I capelli di metamorfomago sarebbero stati un problema gigantesco se proprio quell'anno mia cugina Andromeda non avesse partorito: la piccola Ninfadora era nata con la rarissima capacità di mutare aspetto, quindi tagliarle 3 capelli durante una visita di cortesia non sarebbe stato difficile.
Per i peli di Lupo Mannaro avremmo solo dovuto aspettare la prima luna piena visto che avevamo tra noi la materia prima.
Restavano le cose veramente difficili: per quanto ci scervellassimo nessuno di noi sapeva dove trovare le cose che rimanevano e decidemmo di lasciarle per quando avessimo preso le altre.


Il primo colpo di fortuna lo avemmo la mattina dopo: mentre facevamo colazione in sala grande un ragazzino del primo anno si avvicinò e ci tese tre pergamene arrossendo furiosamente "Sc...scusate...queste so...sono da pa...parte del professor Lumacorno" balbettò il poveretto prima di dileguarsi.
Remus aprì di corsa il suo rotolo e ci guardò con gli occhi scintillanti "Bene! Il prossimo incontro del Luma Club è tra due giorni!" io e James esultammo con lui e Peter tirò un sospiro di sollievo: visto che lui non faceva parte del club era convinto di non essere coinvolto nel piano.
Non sapeva quanto si sbagliava...Remus infatti aveva già in mente un piano geniale!
Due sere dopo alle sette eravamo pronti, era la prima volta che arrivavamo puntuali ma il piano prevedeva che la stanza fosse ancora vuota quando fossimo arrivati. Bussammo alla porta e il vecchio ci aprì subito stupito di vederci così presto "ragazzi! Benvenuti benvenuti, entrate pure, siete i primi." Si scansò dalla porta per far entrare noi tre, o dovrei dire noi quattro visto che Coda era con noi sotto il mantello di James e sgattaiolò dentro prima che il prof chiudesse la porta dietro di noi. Ci sistemammo sui divanetti facendo attenzione a metterci esattamente di fronte all'armadio degli ingredienti in modo che Lumacorno fosse costretto a dargli invece le spalle, sedendosi su una poltrona e allungandosi per prendere la sua onnipresente scatola di ananas candito dal tavolo dei rinfreschi. Eravamo tutti un po' nervosi: James continuava a giocherellare con gli occhiali, io non facevo che scansarmi i capelli dalla faccia e Remus continuava a battere ansiosamente un piede per terra ma fortunatamente non dovemmo aspettare troppo.
Un paio di minuti dopo di noi arrivò Lucius Malfoy insieme a mio fratello e a Mocciosus che, ovviamente, ci guardò con aria schifata prima di decidere di ignorarci. Il clima si fece sempre più teso finché non arrivarono anche gli altri cioè due Corvonero del Quinto anno e uno del settimo, tre Tassorosso di terza, due di sesta e due dell'ultimo anno della nostra casa che facevano parte della squadra di Quidditch con James e si sedettero perciò vicino a noi cominciando subito a parlare dell'ultimo allenamento e di schemi tattici.
Fino a quel momento il piano procedeva alla grande: nessuno si era accorto di Peter e tutti chiacchieravano tra loro e col prof.
Dopo circa mezz'ora erano arrivati tutti e il vecchio fece apparire il rinfresco con un colpo di bacchetta, il cibo era ottimo come sempre, ricordo solo che c'era del fagiano freddo, uno dei suoi piatti preferiti, e che la montagna di dolci era spettacolare.
Intorno all'ora in cui di solito venivamo congedati scattò la seconda parte del nostro piano che prevedeva di attirare l'attenzione il più lontano possibile da Coda.
Calpestando del tutto la mia dignità James e Remus avevano deciso che fossi io il fulcro del nostro diversivo: dovevo fingere di essermi mezzo ubriacato di burrobirra e fare un po' di confusione, perciò mi alzai di scatto dal divano e crollai in ginocchio di fronte a James iniziando a cantare a squarciagola una vecchia canzone d'amore che piaceva a mia madre. La conversazione si interruppe di botto e tutti gli occhi si fissarono sbigottiti su di noi, mentre le risate si moltiplicavano e James ed io arrossivamo sempre di più. Persino il professore ridacchiava irrefrenabilmente mentre Remus sbirciava di sottecchi l'armadio che si apriva silenziosamente e si richiudeva un paio di minuti dopo.
A quel punto mi fece un cenno di nascosto e io smisi di cantare facendo finta di svenire all'improvviso.
Continuando a sghignazzare Luma disse a Remus e James di portarmi in dormitorio a smaltire la sbornia e congedò gli altri che non riuscivano ancora a smettere di ridere.
Soprattutto i Serpeverde avevano la faccia di chi ha scoperto che il Natale è arrivato in anticipo e quasi svenni davvero al pensiero delle prese in giro che mi aspettavano nei giorni seguenti.
Remus mi sollevò con un incantesimo e si diresse alla porta seguito da James e, fortunatamente, da un Peter molto soddisfatto di aver portato a termine senza errori il suo incarico. Per sicurezza mi liberò solo arrivati davanti alla signore grassa ma almeno potei salire in dormitorio con le mie gambe.
Per una volta Coda aveva agito bene e aveva preso tutto quello che doveva perciò avevamo già quattro ingredienti che lasciammo nel passaggio segreto la mattina dopo scendendo a colazione.
Da metà Novembre fino all'inizio delle vacanze di Natale James fu sommerso di allenamenti per compensare l'inattività vacanziera e Remus si barricò in biblioteca a studiare e a documentarsi sugli ingredienti che ci mancavano, mentre io e Peter cercavamo di inventare un modo per arrivare allo studio di Silente senza farci espellere.
Ci lasciammo all'arrivo a Londra con l'accordo che avrei aggiornato tutti via gufo appena ottenuti i capelli della mia cuginetta, almeno per una volta avevo la prospettiva di una visita piacevole durante le vacanze, invece di ammuffire, come al solito, qui a casa dei miei.




Il giorno di Natale a casa mia fu sgradevole come al solito: mia madre organizzò un pranzo con i parenti, ovviamente quelli con cui andavano d'accordo i miei, e io mi ritrovai a tavola seduto tra Narcissa e Bellatrix, con mio fratello di fronte a me seduto accanto alla sua zia preferita: la cara e vecchissima zia Elladora, che inventò l'usanza di decapitare e appendere al muro le teste degli elfi domestici della famiglia Black.
All'epoca lo zio Alphard era ancora ammesso in casa e questo salvò, almeno in parte, la mia giornata.
Lo zio era stato un Serpeverde come tutti i miei parenti ma non era male, raccontava un sacco di storie sui suoi viaggi e si divertiva a sentirmi parlare di quello che combinavamo a scuola. Durante le vacanze appena possibile scappavo a casa sua a chiacchierare e a rimpinzarmi di dolci e burrobirra per stare più lontano possibile dai miei.
Anche casa di mia cugina Andromeda era diventata un luogo piacevole da quando la sorellina di Bella e Cissy era stata diseredata per aver sposato un babbano.
Ted era molto simpatico e da loro, inoltre, non rischiavo mai di incontrare altri parenti.
Fui perciò doppiamente contento quando risposero al mio gufo invitandomi per il tè due giorni dopo Natale.
Avevo già deciso di passare da Diagon Alley a comprare un regalo per la bambina quando mi arrivò un messaggio di Remus.
Lunastorta aveva scoperto per caso che da Magie Sinister a Nocturn Alley avremmo potuto trovare sia il sangue di drago che l'uovo di Ashwinder e mi chiedeva di occuparmene visto che il nome e i soldi dei Black mi avrebbe spalancato le porte del negozio.
Ero abbastanza elettrizzato all'idea di avventurarmi da solo a Nocturn Alley per compiere una missione, lo ero molto meno di dover usare il nome e i modi della mia famiglia per farmi accogliere bene dal negoziante, ma feci buon viso a cattivo gioco.
Rubai un mantello con lo stemma di Serpeverde dall'armadio di mio fratello, evitai di mettere la cravatta, mettendo invece un paio di pantaloni scuri e un maglione verde, regalo di mia madre, che non avevo mai messo prima.
Dal camino della cucina arrivai al paiolo magico e da lì mi inoltrai a Diagon Alley.
Prima di tutto mi avviai da Magie Sinister, il negozio era sporco e buio e il proprietario mi salutò da dietro al bancone facendomi cenno di avvicinarmi.
Per evitare di dovermi presentare avevo messo l'anello col simbolo della casata dei Black, credo di averlo indossato solo in quell'occasione, perciò appoggiai le mani al bancone mettendolo bene in mostra.
Sinister sgranò leggermente gli occhi e divenne all'istante ossequioso e servile "signorino Black è un onore averla nel mio negozio! In cosa posso esserle utile?"
Recitai bene la mia parte squadrandolo con aria di sufficienza e gli chiesi dei due ingredienti che mi servivano. Quell'ometto viscido mi guardò incuriosito ma non osò farmi nessuna domanda e si limitò ad inchinarsi e sparire nel retro bottega dove cominciò a rovistare.
Dopo una decina di minuti buoni riapparve con una fialetta in una mano e una scatolina di metallo nell'altra.
Mi chiese una cifra spropositata ed io guardandolo con disprezzo feci per andarmene.
Mi fermò prima che avessi finito di voltarmi verso la porta e, con aria quasi terrorizzata, fece mostra di volermi fare un grosso sconto, solo perché ero io.
Alla fine della manfrina mi propose una cifra che era la metà di quella iniziale e io accettai con l'aria di fargli un favore.
In meno di mezz'ora da quando ero entrato uscii da Diagon Alley con i miei acquisti sepolti in tasca e un'aria estremamente soddisfatta.
Fu più difficile scegliere un regalo per la mia cuginetta di pochi mesi.
Mentre giravo cercando qualcosa di adatto mi comprai un sacco dei miei dolci preferiti da portarmi a scuola dopo le vacanze: Cioccorane, Gelatine tutti i gusti più uno, Zuccotti di zucca, Api Frizzole e piume di zucchero in quantità per me ed i miei migliori amici.
Mi fermai ad ammirare la vetrina del negozio di scope da corsa e al Ghirigoro per comprarmi un libro sul Quidditch.
Alla fine entrai al negozio di scherzi e giochi a cercare e, oltre a vari scherzi che sarebbero piaciuti anche a James, riuscii a trovare una deliziosa culla che dondolava da sola suonando contemporaneamente una ninna nanna. Ero pieno di pacchi e pacchetti quando mi infilai nel camino del Paiolo per tornare a casa a cambiarmi. Nascosi le mie cose in camera mia, rimisi i miei vestiti e, con un profondo senso di sollievo, ricacciai l'anello nel solito cassetto e il mantello nell'armadio di Regulus.
Finito di prepararmi ripresi il camino ed uscii direttamente nel salotto di casa Tonks.
Ted e Andromeda erano lì a salutarmi e furono felicissimi del mio regalo, tanto che mi permisero di mettere personalmente la piccola Dora nella sua nuova culla.
Quel giorno aveva i capelli di un verde brillante e non ebbi nessun problema a tagliargliene tre di nascosto dai genitori mentre la cullavo piano per non svegliarla.
Andromeda non la finiva più di ringraziarmi e magnificare il pizzo del baldacchino, i delicati fiori d'argento che decoravano la fiancata della culla e la dolcezza della musica che risuonava piano nella cameretta. Ted riuscì a salvarmi da tutto quell'entusiasmo pilotandomi in salotto, ero imbarazzato ma anche molto soddisfatto di me per aver scelto così bene. Credo che Tonks non abbia mai saputo di essere stata coccolata da un pericoloso evaso quando aveva solo pochi mesi.
Fu un pomeriggio molto piacevole, bevemmo tè, mangiammo pasticcini e parlai a lungo con Ted delle moto babbane che mi affascinavano molto.


Al nostro ritorno dalle vacanze eravamo esaltatissimi: avevamo già metà degli ingredienti che ci occorrevano per la nostra pozione e mancavano solo 2 giorni alla luna piena, perciò stavamo per ottenerne un altro.
Prima di tornare a Hogwarts James si era fatto accompagnare dal padre a pescare in un ruscello vicino Ottery St.Catchpole dove, secondo un libro della biblioteca, vivevano molti plimpi e ne aveva sottratti 5 alla zuppa della madre, perciò anche quella era fatta.
Il secondo giorno di scuola incaricammo Peter di prendere le foglie di Mandragola dalla serra numero tre, ignorando le sue lamentele mentre ci dirigevamo alla lezione di difesa. Purtroppo non ci accorgemmo che Piton era dietro di noi e, ovviamente, Mocciosus non poté resistere a ficcare il suo lunghissimo naso nei nostri affari. Fece una soffiata alla Sprite che quella sera stessa trovò Coda che sgattaiolava nella serra e Remus che gli faceva da palo e li spedì dritti dritti dal preside. Quello che Piton non poteva sapere era che invece di rovinarci i piani ci aveva dato l'occasione che cercavamo.
Beccati in castagna i nostri amici furono portati direttamente da Silente che, vista l'ora tarda, ci mise qualche minuto a scendere dalla sua stanza, i dipinti dei vecchi presidi russavano tutti quindi non fu difficile per Remus avvicinarsi al trespolo di Fanny e mettersi in tasca una manciata della cenere che ne ricopriva il fondo con la scusa di accarezzare la fenice che gli rispose con un verso assonnato proprio mentre il preside entrava nello studio.
I due si presero un mese di punizione per essere andati in giro con il coprifuoco e giurarono vendetta a Mocciosus ma riuscirono a recuperare uno dei più difficili tra gli oggetti che cercavamo.

Due giorni dopo ci fu la luna piena e il povero Remus venne accompagnato da Silente al Platano Picchiatore. Fu, come sempre, una notte difficile.
Remus soffriva molto le sue trasformazioni e noi eravamo sempre molto preoccupati per lui. Passò quasi una settimana in infermeria per riprendersi e io e James ci alternammo per portargli i compiti e fargli compagnia, poi, la sera prima che venisse dimesso, prendemmo il mantello dell'invisibilità e entrammo nella Stamberga dove trovammo la solita devastazione e ciuffi di pelo agganciati al legno spezzato dei mobili.
Ci restavano solamente tre ingredienti da trovare ma due di questi avrebbero implicato grossi rischi e, potenzialmente, una splendida avventura.
L'unico posto nella regione dove poter cercare un jobberknoll cui sottrarre una penna e dei knarl era la foresta proibita che, oltre a farci rischiare l'espulsione, era pericolosa di per sé, perciò la nostra spedizione andava preparata con molta cura, anche se io e James non eravamo certo dei campioni di organizzazione, preferivamo affidarci all'istinto e all'ispirazione del momento di solito ma sapevamo che in quel caso Peter e Remus avrebbero rifiutato di venire con noi, il primo per paura e il secondo perché, contrariamente a noi, Moony adorava pianificare e organizzare ciò in cui voleva imbarcarsi, si trattasse di piani di ripasso o delle avventure dei Malandrini.
Non essendo il caso di addentrarci di notte nella foresta, anche perché gli animali sarebbero stati nelle tane a dormire, decidemmo, dopo ore di discussioni, di utilizzare il primo finesettimana a Hogsmeade.
Per nostra fortuna non dovevamo cercare animali particolarmente pericolosi o aggressivi, anche se James ed io avremmo apprezzato una bella rissa con  i centauri o una lotta all'ultimo sangue con un'acromantula.
Fissammo la data al 14 di Febbraio, San Valentino e primo sabato al paese, con nostro enorme disappunto perché io avevo già appuntamento con una bella Corvonero del 6° anno e James voleva invitare per l'ennesima volta Lily Evans ad uscire con lui. Ci sentimmo molto altruisti perché rinunciammo ai nostri progetti per lavorare a quello che chiamavamo "il progetto Moony".
I giorni che mancavano scorrevano troppo lenti per noi anche se Remus era sempre più immerso nei compiti, Peter nello studio del vecchio libro con la ricetta della pozione, che ancora rifiutava di farci leggere, e noialtri eravamo impegnatissimi con il Quidditch.
Grifondoro contro Serpeverde era 2 giorni prima di S. Valentino e per la nostra casa era indispensabile vincere.
Noi, oltre alla coppa, avevamo un motivo in più: dare una lezione a mio fratello Regulus, cercatore dei serpi, che mi dava il tormento chiamandomi traditore quasi più spesso di quanto faceva mia madre.
Il clima si faceva sempre più teso e gli scontri nei corridoi erano sempre più frequenti, noi, naturalmente, eravamo in prima fila.
Finimmo nell'ufficio di Gazza due volte per aver affatturato dei giocatori avversari e ci beccammo una bella punizione, finché Remus non ci fece notare che rischiavamo di essere esclusi dalla gita del 14 e di mandare, quindi, a monte il nostro piano. Questo ci costrinse a calmarci e limitarci alle prese in giro e a piccoli incantesimi irrintracciabili, come colpire alle spalle il portiere Serpeverde con un levicorpus, lasciandolo a penzolare tutta la mattina in un corridoio isolato del terzo piano.
La partita fu fantastica! Io riuscii a rompere il naso a mio fratello con un bolide ben piazzato e a far cadere dalla scopa uno dei cacciatori avversari, mentre James acchiappò il boccino quando eravamo 110 a 40 facendo una presa eccezionale: Vide da dietro la sua spalla Regulus che si lanciava sul boccino e fece un giro della morte volando velocissimo, finendo così proprio sopra mio fratello e sfilandogli quasi il boccino di mano tra le urla di tutti i Grifondoro e dei Corvonero mentre i Tassi gemevano perché con il nostro punteggio avrebbero dovuto battere a loro volta i Serpeverde con uno scarto enorme per vincere la coppa al posto nostro.


La sera dopo la partita ci fermammo fino a tardi in sala comune per fare il punto della situazione e l'elenco delle cose che avremmo dovuto portarci la mattina dopo. Le cose fondamentali erano naturalmente il mantello dell'invisibilità e le bacchette. Oltre a questo preparammo un barattolo pieno di mosche per attirare i Jobberknoll e spedimmo Peter in cucina a rubare cibo e bevande per il pranzo e frutta e verdura da usare per riconoscere i knarl.
Per nostra fortuna frequentavamo tutti cura delle creature magiche quindi sapevamo perfettamente come capire la differenza tra Knarl e ricci ma rimaneva il problema di trovarne un gruppo, come anche quello di trovare un nido di Jobberknoll.
La mattina uscimmo con gli altri dopo colazione dirigendoci al cancello come se andassimo a Hogsmeade ma, appena usciti da scuola ci infilammo sotto il mantello e sgattaiolammo di nuovo nel parco aggirando la casa di Hagrid  e camminando fino al confine della foresta facendo attenzione a non fare rumore.
Vedendo Hagrid uscire di casa mi venne un'idea all'improvviso e, senza avvertire i miei amici per non farci scoprire, uscii da sotto il mantello e mi avvicinai al guardacaccia facendo finta di arrivare dalle serre.
Chiacchierammo per qualche minuto finché come per caso gli chiesi in quale parte del bosco era più facile trovare i nidi dei Jobberknoll dicendogli che dovevo scrivere un tema per cura. Ovviamente Hagrid conosceva la foresta quanto gli animali che la abitavano e mi spiegò che quegli uccelli amavano vivere in parti del bosco luminose e ricche di altri animali, in modo da ascoltare molti suoni diversi. Il loro posto preferito era verso nord-est vicino a un ruscello e non lontano da uno dei luoghi di passaggio dei centauri.
Lo ringraziai molto e mi congedai fingendo di tornare verso la scuola per scrivere le cose che mi aveva detto, appena fui fuori vista corsi dagli altri a spiegargli cosa diavolo mi era saltato in testa e tutto quello che avevo scoperto.
Ci incamminammo nella direzione che mi era stata indicata e proseguimmo per quasi due ore prima di trovare qualcosa. Cominciavamo ad essere stanchi, soprattutto i due di noi che non si allenavano continuamente a Quidditch, decidemmo perciò di fermarci sotto un albero a riposare e mangiare qualcosa. Avevamo scartato da poco i sandwich quando due uccellini si posarono silenziosi vicino a noi, gli gettammo dei pezzetti di pane continuando a chiacchierare finché Remus non si bloccò all’improvviso guardando i volatili con la coda dell’occhio. “Moony guarda che non te li puoi mangiare!” Gli disse ridendo James, ma lui sembrò non averlo sentito, stava dicendo qualcosa a voce così bassa che ci dovemmo avvicinare tutti per sentirlo: “piccoli e azzurri, non emettono suono, sono loro!” Capimmo all’improvviso: avevamo trovato quello che cercavamo totalmente per caso! Guardammo in alto contemporaneamente tutti e quattro e tra i rami dell’albero, qualche metro sopra le nostre teste, vedemmo un nido dal quale sporgeva una piccola piuma azzurra. Il problema era … come diavolo saremmo arrivati lassù? Fu Peter a stupirci quando si offrì volontario per arrampicarsi, nessuno di noi credeva che ce l’avrebbe fatta ma si arrampicò svelto come uno scoiattolo, era stupefacente. Dopo nemmeno cinque minuti stava già scendendo con due penne strette nel pugno. Quando atterrò accanto a noi applaudimmo e gridammo e Peter aveva gli occhi che scintillavano di gioia e orgoglio quando ci spiegò che da piccolo si arrampicava sempre sull’albero dietro casa sua per uscire di nascosto e sgattaiolare in cucina a rubare i biscotti. Cercammo di non ridere, ma l’immagine che apparve nella nostra testa era talmente divertente che finimmo per rotolarci nell’erba dalle risate col povero Peter che ci guardava senza capire.
Ci allontanammo dal nido continuando a ridacchiare, finché, proprio davanti a noi, vedemmo apparire da un cespuglio un gruppetto di ricci e ci bloccammo tutti e quattro di colpo. Remus si tolse di tasca un pezzo di pane e un sacchetto con della frutta e appoggiò il cibo in terra a qualche passo da noi mentre James ed io mettevamo mano alle bacchette. I ricci si avvicinarono al cibo per annusarlo e all’improvviso uno di loro si avventò sulle gambe di Peter e fu schiantato al volo da James, i veri ricci si dileguarono in un lampo e Remus prese le due spine che ci occorrevano facendo attenzione a non pungersi. Eravamo al settimo cielo: finalmente ci mancava un solo ingrediente e lo avevamo proprio dentro la scuola!
Tornammo con calma al limitare della foresta e, prima di uscire allo scoperto, ci nascondemmo di nuovo sotto il mantello dell’invisibilità. Ne approfittammo per avvicinarci alle serre e James sgattaiolò all’interno della numero 3 in silenzio. Lo guardammo dalla finestra mentre si avvicinava alle mandragole e staccava un paio di foglie da quella più vicina. All’improvviso lo vedemmo sgranare gli occhi e crollare a terra. Io mi precipitai dentro acchiappando al volo un paraorecchie verde fosforescente davvero orribile e trascinai fuori il mio migliore amico. Quell’incosciente aveva dimenticato nella fretta di proteggersi dal pianto di quelle maledette piante che, per sua fortuna, erano ancora molto giovani e, perciò, l’avevano solamente fatto svenire invece di ucciderlo. Quando riuscimmo a farlo rinvenire la sua faccia sconcertata mi fece piegare in due in una risata incontrollabile, alla quale ben presto si unirono anche Remus e Peter e, dopo qualche secondo, persino James scoppiò a ridere con noi per la sua brutta figura minacciandoci con le lacrime agli occhi di tremende ritorsioni se avessimo raccontato a qualcuno quello che era successo.
Quando riuscimmo a smettere di ridere e facemmo passare a Remus il singhiozzo che lo aveva preso dalle troppe risate, rientrammo a scuola e salimmo le scale fino al bagno del quarto piano dove fingemmo di lavarci le mani e chiacchierare di Quidditch finché i due Corvonero che trovammo dentro non si decisero ad uscire. Aprimmo subito lo specchio e scivolammo nel passaggio segreto chiudendocelo con cura alle spalle.
Remus accese il fuoco mentre Peter e James preparavano tutti gli ingredienti e io riempivo d’acqua il calderone. Finiti i preparativi mettemmo gli ingredienti nella pentola seguendo le istruzioni che Peter aveva mandato a memoria dal libro e Remus girò la pozione sette volte verso destra lentamente e poi dodici verso sinistra con energia, quindi due volte ancora verso destra velocemente e un leggero fumo viola si alzò dal composto che cominciava a sobbollire. La pozione doveva cuocere a fuoco lento per tre giorni perciò abbassammo la fiamma con un colpo di bacchetta e lasciammo il passaggio tornando alla nostra sala comune.
Eravamo sfiniti, la camminata e tutte le emozioni della giornata ci avevano stancati tutti perciò ci buttammo subito a letto continuando a chiacchierare e chiedendoci in quali animali ci saremmo trasformati finché, uno ad uno, ci addormentammo di un sonno profondo, quella notte non sentii nemmeno il russare di Peter per quanto ero a pezzi.
Per tre giorni ci alternammo per controllare la pozione, finché Peter non ci raggiunse, correndo a lezione di trasfigurazione e ci bisbigliò eccitato che finalmente era pronta. Decidemmo di fare il nostro esperimento quella sera dopo che tutti erano andati a dormire in modo da poterci muovere con più libertà.
Quell’imbecille di Peter però era di un’altra idea: non lo vedemmo a pranzo, né alle lezioni del pomeriggio e cominciammo a preoccuparci perciò dopo incantesimi corremmo al passaggio segreto. Peter era là dentro rannicchiato in un angolo e quando ci vide sgranò gli occhi come se fosse spaventato e cercò di nascondersi guaendo. Eravamo sconvolti, la pozione aveva trasformato il nostro amico in un essere strano, un ibrido tra tutti gli animali da cui avevamo preso i nostri ingredienti. Vedemmo due grandi occhi specchiati tipici delle mosche, delle piccole ali coperte di spine azzurre, una cresta coriacea da drago gli percorreva la schiena e una lunga coda di lupo, che continuava a cambiare colore dal verde al grigio al nero, in quel momento era fermamente nascosta tra le lunghe zampe di una fenice. Non sapevamo se ridere fino allo sfinimento o arrabbiarci per il casino che quell’imbecille aveva combinato.
Remus si avvicinò piano a Peter e cominciò a parlargli a bassa voce in tono rassicurante finché la sua schiena si rilassò e la coda cominciò a muoversi adagio, una lunga lingua da salamandra leccò la guancia di Remus in segno di gratitudine e noi ridacchiammo piano a quella vista.
James vide all’improvviso un libretto in terra accanto al calderone che si era rovesciato e lo raccolse aprendolo alla pagina segnata da un orecchio nell’angolo. Era la ricetta della “nostra” pozione con tutto il procedimento che avevamo seguito. Incuriositi chiudemmo il libro per vederne il titolo e l’autore ma erano pressoché illeggibili, la casa editrice stampigliata nell’ultima pagina era invece visibilissima, benché minuscola: Editrice Zonco, i migliori scherzi magici dal 1873.
Ci guardammo ammutoliti per almeno due minuti finché la comicità della situazione ci colpì con tutta la sua forza e ci piegammo in due ululando dalle risate. Non riuscivamo più a smettere: ogni volta che sembravamo calmarci ci tornavano in mente tutte le regole infrante, le avventure vissute e le difficoltà superate e ricominciavamo daccapo a sghignazzare senza controllo. Quella frana del nostro amico aveva comprato un libro scherzo di Zonco credendolo un vero libro di pozioni e non si era reso conto che il composto che ci stava facendo preparare con tanta fatica era inventato di sana pianta!
Quando ci accasciammo contro il muro esausti Remus convinse il “cucciolo” Peter a seguirlo fuori e noi ci trascinammo dietro di loro chiudendo lo specchio. Ci avviammo in infermeria ignorando gli sguardi sconvolti che ci rivolgevano tutti quelli che incontravamo nei corridoi. Per fortuna Madama Chips era nel suo ufficio e, vedendoci entrare in quella strana processione, ci venne subito incontro. Remus le spiegò che Peter aveva avuto un “incidente” con un compito per pozioni mentre noi cercavamo di non ricominciare a ridere e “l’incidentato” scodinzolava alla vista dell’infermiera.
“Non è possibile! Ma sempre a voi capitano le cose più assurde? Siete proprio degli incorreggibili Malandrini!” Esclamò la povera Madama cercando di far salire Peter su uno dei letti mentre con la bacchetta faceva comparire un Patronus e lo inviava a consegnare un messaggio.
Noi a quelle parole ci guardammo stupiti, ecco chi eravamo: I Malandrini! Era il soprannome perfetto per il nostro gruppo! Madama Chips non seppe mai che da allora in poi quello fu il nostro soprannome.
Quando arrivarono Silente, Lumacorno e la McGranitt Peter sonnecchiava acciambellato su un letto e fece un assonnato scodinzolio quando cominciarono a visitarlo e accarezzarlo. Il responso fu incoraggiante: In un paio di settimane il nostro amico sarebbe tornato normale, sempre che Peter si fosse mai potuto definire “normale”. I problemi arrivarono quando la McGranitt rivolse a noi la sua attenzione, non credette neanche a una parola delle nostre scuse e ci punì assegnandoci la pulizia del laboratorio di pozioni per tutti i fine settimana fino alla fine dell’anno, senza poter usare la magia ovviamente.

Quando Sirius concluse il suo racconto Harry aveva le lacrime agli occhi dal ridere, non ne poteva più. Sentir raccontare le avventure di suo padre e dei suoi più cari amici lo aveva commosso ed emozionato ed era soprattutto felice di aver finalmente scoperto da dove veniva il soprannome dei Malandrini. Purtroppo quel momento di relax costò caro ai due disertori perché, mentre ancora ridacchiavano, la porta del salotto si spalancò e la signora Weasley li fulminò con lo sguardo “Eccovi finalmente! Vi ho cercati ovunque. Sirius devi pulire la stanza di Fierobecco e tu Harry vai subito ad aiutare Ron a liberare la stanza di sopra dai Doxy.” Molly Weasley era sempre la solita, non sopportava di veder poltrire nessuno, perciò Sirius si alzò da terra, fece l’occhiolino al suo figlioccio e si diresse al suo nuovo incarico di buona lena, rinfrancato da quella pausa e dai ricordi che aveva evocato.